Sunday, July 22, 2007

La seconda settimana

Il tempo passa molto velocemente, chissa’ perche’… Mi sembra di essere arrivata qualche giorno fa, eppure e’ passato quasi un mese.
Sara’ perche’ lavoro per la maggior parte della giornata, quindi i giorni sembrano durare di meno.
Nonostante cio’trovo il tempo ogni sera di leggere un libro di fotografia.

Questa settimana abbiamo finalmente incominciato le lezioni di arabo. Il nostro professore e’ un sudanese che parla poco inglese. E’ vestito tutto di bianco con un tubante ed ha dei denti bianchissimi e un bel sorriso. Avra’ 50 anni e fa parte di un gruppo di religiosi che (almeno cosi si dice, perche’ non ho mai avuto l’occasione di verderlo di persona) mentre pregano girano su se stessi, tante volte e tanto in fretta che quasi si sollevano dal suolo.

Uno dei problemi dell’arabo e’ che ognuno sembra pronunciare le parole a modo proprio. Inoltre le persone parlano arabo e arabo sudadese, quindi per ogni parola ci sono almeno 2 modi di dire.

Siamo ancora agli inizi e per ora il mio vocabolario si limita a ordinare una pizza egiziana con legumi e formaggio. Ma ne sono comunque soddisfatta.

Dopo aver mangiato a pranzo per quasi due settimane la stessa cosa (una crepes con falafel), da qualche giorno abbiamo incominciato ad andare in questa specie di pizzeria egiziana.
Hanno il forno a legna come in Italia e preparano tutte le pizze (fajita) come se fossero calzoni (e cioe’ ripiene). Li’ fanno persino una pizza dolce, il ripieno di noci, mandorle, panna e sciroppo d’acero e altri ingredienti che non siamo riusciti a decifrare dato che il menu e’ rigorosamente solo in arabo.

Le persone qui sembrano estremamente sorridenti, felici e gentili. Ogni volta che compriamo da mangiare c’e’sempre chi ci regala qualcosa ogni volta che cerchiamo di parlare arabo.
Sara’ forse perche’ abbiamo forse suscitato molta curiosita’ attorno a noi dato che ogni girono per andare al lavoro siamo gli unici occidentali a fare il tragitto o a piedi o di corsa o in bicicletta.

Abbiamo “barattato” l’autista con la macchina con due biciclette cinesi. In ufficio nessuno ci puo’ credere, ma noi siamo contenti. Cosi’ esploriamo la citta’ e facciamo un po’ di esercizio.

First week in Sudan - la prima settimana in Sudan

Oggi e' domenica e contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono qui al lavoro! Qui il sabato e la domenica sono feriali. Di festivo c'e' solo il venerdi'. Peccato che proprio il giorno in cui non sono al lavoro sia quasi tutto chiuso, almeno fino alle 3 del pomeriggio.

Il venerdi' la gente qui, a parte pregare per la maggior parte della giornata, va al Nilo, porta I cestini per il picnic e mangia e chiacchiara allegramente. Peccato che nonostante il caldo la gente non possa tuffarsi… a meno che non voglia tuffarsi in bocca ai coccodrilli.

Il Sudan, o forse dovrei dire Karthoum, perche' immagino che il resto del Paese sia diverso, e' sicuramente molto piu' cara di come immaginassi. E' sicuramente il Paese in via di sviluppo piu' caro che abbia mai visto… Non dico che non vi si trovi nulla di economico, ma bisogna cercare e contrattare.

I prezzi al mercato sono variabili, mentre nei negozi (pur non essendoci i prezzi) in genere sono fissi.

I pomodori (e parlo di prezzi per I sudanesi) costano in questo periodo circa 6 sterline sudanesi (circa 3$) e un panino costa circa 5 o 6 sterline. Certo, non sono esattamente I prezzi di Londra, ma ci vanno vicino… Ne va da se' che il mio stipendio e' sicuramente troppo basso.

Uno dei miei compiti qui e' trovare lavoro per I sudanesi… e poi immaginare la stranezza nel vedere questi sudanesi chiedere come stipendio minimo quando o piu' di quanto guadagno io qui. Ma non una o due persone, tutte chiedono queste cifre!

Sono arrivata da meno di una settimana, ma ho gia' avuto la fortuna di assistere ad un matrimonio sudanese. Durano 3 giorni, vi partecipano centinaia di persone. Il primo giorno e' dedicato alla famiglia di lui, il secondo solo alle donne e il terzo alla cerimonia nunziale e richiede la partecipazione degli invitati delle due famiglie.
Si balla, si canta, si mangia… ma non sib eve, per lo meno non alcolici.
Le bevande si limitano alla seven up e coca cola.
Anche I cibi sono.. come dire… impacchettati. I piatti (di carta) contengono una selezione di alimenti e sono avvolti nella carta trasparente. Il piatto e' unico per tutti, ma viene servito ripetutamente.

La musica deve tassativamente smettere alle 11, in qualunque giorno della settimana e in qualunque circostanza. Nonostante cio' si sentono fino a tardi preghiere (semicantate) nelle moschee.

Qui fa caldo, indubbiamente. Ma fa meno caldo di come mi aspettassi. Anche se… a dire il vero qui faccio circa 4 docce al giorno… e nonostante cio'… mezz'ora dopo la doccia senza aria condizionata… ci sarebbe bisogno di farne un'altra! Quindi se venite portate profumi e deodoranti…

La casetta… se si esclude che da fuori sembra ancora un edificio in costruzione… e' un appartamentino con due stanze, soggiorno cucina e un bagno (minuscolo).
Non e' niente di speciale, ma si trova in una zona centrale…

Quando si cammina per la strada si ha l'impressione di essere sulla spiaggia, si cammina sulla sabbia, senza marciapiedi. E la sabbia scotta!